I buoni propositi per l’anno nuovo sono un punto di partenza per pianificare il futuro desiderato. Scopri come trasformare i tuoi progetti in obiettivi.
Le premesse (poco confortanti) sui buoni propositi
I buoni propositi per l’anno nuovo sono, praticamente da sempre, il “must” di questo periodo. Siamo all’inizio dell’anno e, come da copione, viene avviata la solita tiritera del “miglior anno di sempre”, del “trasforma i tuoi progetti in obiettivi” e così via… Lungi dal volermi accodare all’accozzaglia di Guru e para-Guru che ricacciano ricette miracolose, corsi e corsetti, scrivo sui buoni propositi per l’anno nuovo e sugli obiettivi con un unico scopo.
Intendo ribadire la funzionalità concreta dell’unico metodo che reputo essere lo strumento essenziale per raggiungere obiettivi di qualsiasi natura, il Coaching. Questa premessa vale non solo a inizio anno, anzi! Ritengo fortemente ridicolo scandire la propria propensione al successo in base al calendario.
Chi sceglie di pianificare obiettivi e azioni coerenti ed efficienti per realizzare il proprio futuro desiderato adotta uno stile di vita e di pensiero costantemente valido e quotidianamente attuato, indipendentemente dai periodi dell’anno. I buoni propositi possono costituire un nucleo dal quale muoversi verso azioni specifiche, solo nel caso in cui vi sia uno strumento di raccordo che permetta di trasformare pensieri potenzialmente validi in comportamenti concretamente efficaci. Del resto, non vi sembra assurdo ricordarsi che a gennaio (proprio a gennaio ed esclusivamente a gennaio!!!), dato che ricomincia un anno solare, è ora di prendersi cura di sé e dei propri desideri?
Io non ci sto a sostenere questa visione miope dell’esistenza, trovo esilarante che alcuni colleghi della formazione si buttino nell’organizzazione dell’ennesimo “Obiettivi Day” mirato a…niente! Insomma, non fatevi ingannare dal canto delle sirene dei buoni propositi di inizio anno.
Obiettivi, buoni propositi e Coaching: il punto
Vengo al punto. Quelli che comunemente sono definiti buoni propositi non hanno senso di esistere. I buoni propositi non sono nulla, hanno scarso valore e, di conseguenza, sono destinati a restare irraggiungibili, lettera morta, pensieri che si dissolvono alla prima difficoltà. Provate a pensarci con attenzione. Se dite alla vostra mente: “Mi propongo di…”, state inconsciamente ipotizzando che probabilmente avvierete un comportamento idoneo ad ottenere quello che vi siete prefissati. Dal “mi riprometto di iniziare la dieta” al “mi impegnerò ad essere più puntuale-ordinato-rispettoso, etc…” sino a giungere al “vorrei migliorare la mia relazione, la mia posizione professionale, il mio reddito”, ci si trova dinanzi a una serie di buoni propositi dalla natura infruttuosa e dall’esito già scritto.
Buoni propositi e obiettivi: come gestire il dialogo interno
Tutte le frasi sopra menzionate sono l’espressione di pensieri disfunzionali. Dirsi cose di questo genere corrisponde a riempire la propria testa di vera e propria immondizia!
Il cervello funziona in modo da assorbire informazioni che processa secondo determinati meccanismi. Laddove l’input che viene fornito sia generico, informe, privo di elementi specifici ed efficaci, il cervello risponderà nell’unica maniera possibile: eliminando le informazioni superflue e omettendo di orientarsi verso una meta. I buoni propositi, se non trasformati in obiettivi concreti, sono l’anticamera del fallimento!
Orientare la mente e il conseguente comportamento in modo efficace richiede un input di valore: la costruzione di obiettivi dalle caratteristiche specifiche, preceduta da una fase altrettanto importante (anzi ancora più importante): la visualizzazione del futuro desiderato.
Nel Coaching, come nella vita, raggiungere obiettivi significa costruire, pianificare, progettare. Tutto questo è possibile solo qualora il progetto sia sostenuto da carburante emotivo che funga da linfa vitale, che alimenti la motivazione e generi il cambiamento. Se i buoni propositi sono solo fuffa inutile, al contrario gli obiettivi nel Coaching professionale costituiscono una fase ben precisa del percorso. Non è la fase dalla quale partire (come erroneamente sostengono alcuni pseudo-formatori o piennellisti vari), ma quella da attraversare, pianificare e costruire in modo meticoloso e scientifico dopo aver reperito le energie necessarie a fare da pilastro al progetto.
Il motivo per cui la maggior parte delle persone non riesce a trasformare i buoni propositi per il nuovo anno in obiettivi concreti sta nel:
- non saper reperire le risorse emotive per sostenere la motivazione
- non saper riconoscere le proprie potenzialità
- non saper costruire in modo efficace ed efficiente gli obiettivi
Buoni propositi di inizio anno: perché i corsi dei Guru non funzionano?
I Corsi di inizio anno che mirano a coinvolgere, sulla scia dell’entusiasmo di gennaio, tutte le persone che sino ad allora non hanno acquisito strumenti per orientare in modo efficace e felice la loro esistenza, non funzionano. Non parlo della qualità dei formatori o del corso in sé, mi riferisco a una questione di metodo.
La vita non cambia in funzione dei buoni propositi. Gli obiettivi diventano tali in virtù di un metodo specifico. Purtroppo i Guru puntano sulla spettacolarizzazione della formazione, che potrebbe anche rivelarsi divertente per qualche ora, ma resta senza dubbio inidonea a sostenere nel tempo la motivazione.
E allora? Qual è la soluzione? In che modo è possibile scovare le risorse utili per trasformare i buoni propositi in obiettivi concreti?
Obiettivi e Coaching: la soluzione
Uno degli aspetti più tangibili del Coaching è quello della misurabilità. Questa caratteristica fa del Coaching un metodo di sviluppo e miglioramento straordinario, staccandolo di netto da tutte quelle discipline inconsistenti, mancanti di un’operatività di tipo ingegneristico che, unita alla sapiente conoscenza di sé, permette di tradurre i sogni in realtà concreta.
Gli strumenti che il Coaching mette a disposizione per trasformare i buoni propositi in obiettivi sono legati al Goal Setting, la più efficace strategia di pianificazione degli obiettivi. Attraverso questo sistema l’individuo può costruire un progetto dettagliato, munito di tutte le caratteristiche necessarie. Addirittura vi è la possibilità di costruire una vera e propria mappa, al fine di semplificare, riorganizzare le idee e i buoni propositi, inserire quel che si desidera in un piano strutturato, chiaro, realizzabile. L’elemento straordinario sta nel fatto che questo passaggio è collocato in un processo più ampio, fatto di strumenti che permettono di lavorare in modo efficace su se stessi, esplorando le risorse inutilizzate, aumentando la fiducia in sé e l’autoefficacia, sostenendo la motivazione e l’impegno, gestendo le emozioni e orientando le azioni verso il futuro desiderato.